Oltre a soffrire di malattie altamente invalidanti, e ad incontrare un’ostilità e un’indifferenza diffuse, questi malati in Italia si sono visti negare per decenni il riconoscimento e le cure urgenti di cui necessitano .
Le cosiddette malattie ambientali non sono ancora riconosciute dal sistema sanitario nazionale italiano, il riconoscimento è avvenuto solo in alcune regioni con una disparità di trattamento in base quindi alla regione di residenza . Al contrario, questa patologia all’estero ( USA, Canada, Australia, Austria, Germania) gode di un riconoscimento a livello mondiale anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Poiché alcuni sintomi dell’MCS sono sintomi psichici, in quanto le sostanze tossiche influiscono anche sul cervello provocando, ad esempio, depressione o un disturbo ossessivo-compulsivo, i pazienti sono molto spesso scambiati per malati psichici. Vengono curati con antidolorifici, antinfiammatori o peggio con antidepressivi, ma i dolori rimangono, i sintomi non migliorano anzi , vengono acuiti dai farmaci che vanno ad aggiungersi agli altri carichi tossici a cui il paziente è già sottoposto complicando ulteriormente il suo stato di salute.
Non dimentichiamo che l’MCS è una malattia molto “scomoda” per tutta l’industria: chimica, meccanica, alimentare, cosmetica e farmaceutica… Questi ammalati, visibilmente danneggiati dal contatto con gli inquinanti presenti nell’aria e nei prodotti d’uso quotidiano, rappresentano una forte denuncia che dovrebbe spingere il settore dell’industria ad un drastico cambio di rotta con l’eliminazione dei prodotti chimici dannosi, per impedire, come avvertono i ricercatori della patologia, il probabile moltiplicarsi futuro dei casi.
Il 24 Novembre 2018 a Modena presso l’Aula Magna del Policlinico si alterneranno sul palco del 1° Congresso internazionale sulla MCS i maggiori esperti nazionali ed internazionali proprio per identificare sempre più coerenti marcatori di malattia MCS, tali da concedere un riconoscimento di invalidità a quanti ne risultano affetti in modo grave, e tracciare nuove ipotesi di cura.
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Claudia Boni – Ufficio Stampa 360GradiEventi