Non se ne parla quasi mai di Osteopatia e malattie oncologiche, ma anche l’osteopata è una delle figure integrate con un ruolo sinergico importante nel progetto riabilitativo di un paziente oncologico. Un paziente adeguatamente seguito e curato dal punto di vista medico può, a meno di particolari casi suggeriti dal medico stesso, sottoporsi a trattamento manuale. Ovviamente le tecniche e il trattamento devono essere adattate alla situazione clinica corrente.
L’Osteopatia, come ha sempre affermato anche il suo fondatore, Il Dr. Still, non è in grado di influenzare le cellule tumorali o il decorso della malattia, ma è in grado di aiutare il corpo del paziente a reagire meglio alla condizione di stress correlate alla malattia o alle terapie stesse che lo portano spesso ad una riduzione delle sue capacità psico-fisiche. Opera secondo i principi dell’unità del corpo, della sua autoregolazione e dell’interrelazione di struttura e funzione, utilizza tecniche efficaci e poco invasive, e rispetta sia l’integrità del paziente sia l’ecosistema da cui dipende la sua salute ed il suo ben-essere.
L’Osteopatia lavora con tecniche molto dolci sul sistema miofasciale (l’insieme delle strutture connettivali e muscolari), e sortisce buoni risultati nei sintomi quali la Sindrome da Affaticamento Cancro Correlata (Cancer-Related Fatigue Syndrome), l’aggravarsi di problemi muscolo-scheletrici antecedenti la malattia o insorti dopo la terapia chirurgica, associati all’immobilizzazione prolungata o alla presenza di cheloidi/aderenze cicatriziali che possono contribuire a cambiamenti biomeccanici/posturali, e anche sugli linfedemi post chirurgici. Al contrario di quanto si affermava negli anni ’90, studi recenti hanno dimostrato che il trattamento manuale, come l’osteopatia, la fisioterapia, e anche le tecniche di drenaggio linfatico, non incrementano in alcun modo lo sviluppo di metastasi, ma anzi migliora in modo considerevole il linfedema in pazienti affetti da cancro.
Come spiega il dott. Luca Franzon, relatore al 4° Convegno di Oncologia Integrata di Modena, 8 Marzo 2020 “Quando le catene miofasciali e viscerali sono insultate da traumi o da malattie al loro interno si instaura la disfunzione somatica osteopatica. La disfunzione osteopatica si può definire come una reazione meccanico-fisiologica somatica volta a reagire, adattare e/o cronicizzare gli insulti esogeni e endogeni che afferiscono all’uomo. La disfunzione osteopatica è caratterizzata da: modificazione della trama tessutale; asimmetria strutturale e funzionale; riduzione del range di movimento; dilatabilità. Compito dell’osteopatia è saper leggere la postura del paziente analizzando le catene miofasciali e viscerali, individuano le disfunzioni presente al loro interno”.
Il programma completo del 4° Convegno di Oncologia Integrata è visionabile qui: https://www.convegnoncologiaintegrata.it/programma.html
L‘evento è accreditato presso la Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina (ECM) solo per 100 partecipanti: Numero evento accreditato: 1425-285769 Ed. 1 – Provider: Ed. Martina codice identificativo 1425 – Crediti ECM assegnti: 8
Claudia Boni