La dott.ssa Monica DI Lupo, in una sua relazione sulla micoterapia in oncologia integrata, ad un congresso A.R.T.O.I. (Associazione ricerca terapie oncologiche integrate), afferma che l’ evidente tossicità dei convenzionali protocolli chemio e radioterapici, è anche causa del suo stesso limite. L’intento principale della terapia oncologica integrata è quello di potenziare le difese immunitarie e la reattività organica, modulando i fattori producenti le modificazioni di tipo degenerativo. Il fine terapeutico di questo approccio combinato è quello di arrestare la proliferazione tumorale e reindirizzare ai meccanismi naturali di apoptosi (morte cellulare programmata) le cellule tumorali, contrastare i danni prodotti da malattia, chemio e radioterapia, ridurre le complicazioni infettive, cardio-vascolari, gastro-intestinali, epato-biliari, renali, mucose, cutanee e psico-emozionali del paziente oncologico.
La figura del medico esperto in Terapie Integrate all’Oncologia, s’inserisce a fianco dello specialista oncologo, ematologo, radioterapista, ma soprattutto a fianco del malato e della sua famiglia, col fine di migliorare la (loro) qualità di vita e non solo l’aspettativa, nel rispetto della persona umana e quindi della nostra etica e coscienza personale di medici giurati.
Un ponderato e riconosciuto sistema di presidi oncologici integrati e l’utilizzo basale della Micoterapia a supporto e sostegno della qualità di vita del paziente e della sua globale risposta terapeutica, – continua la dott.ssa di Lupo, – ci consentirebbe di ridurre il rischio di neoplasie secondarie, metastasi e di ridurre i dosaggi chemioterapici, riducendo la mortalità dei pazienti, con conseguente abbattimento della spesa sanitaria nazionale, reinvestibile nella ricerca dei terapeutici di bio-derivazione.
In Oriente, come anche in America latina, vige la consuetudine di utilizzare i FUNGHI commestibili per le loro apprese e consolidate PROPRIETA’ TERAPEUTICHE .
Risale al 206 a.C, dinastia Han, il primo vero TRATTATO di FARMACOPEA della MEDICINA TRADIZIONALE CINESE in cui vengono descritte le proprietà e gli usi dei FUNGHI MEDICINALI.
Negli anni ‘60, invece, epidemiologi giapponesi studiando la popolazione nativa nella regione montuosa di Piedade (Brasile), dove cresce spontaneo il fungo Agaricus Blazei Murril (ABM) hanno visto che la popolazione presentava la più bassa incidenza di malattie cronico-degenerative del Paese.
Nel 1972 fu pubblicato il primo articolo scientifico su SCIENCE (dott. Cinden, Pensylvania); Esperimenti successivi condotti in Giappone sul topo verificarono che questo fungo determinava una attivazione significativa del SISTEMA IMMUNITARIO superiore a quella attribuita a Shiitake, Maitake, Reishi ed altri funghi “medicinali”.
A sostegno del loro utilizzo, attestante l’effetto sinergico in associazione terapeutica ai protocolli convenzionali, ci sono ormai numerosi studi in vitro, in vivo e trials clinici, oltre ai millenari usi tradizionali multietnici. E’ stata appurata l’assenza di effetti tossici a dosi massimali, la riduzione degli effetti tossici da chemio e radioterapia e l’assenza di interferenza farmacologica.
Naturalmente i cardini su cui si fonda la Micoterapia ORIGINALE sono e devono essere ben definiti: certificazioni europee di coltivazioni biologiche e biodinamiche, sicurezza qualitativa,identificazione biologica e genotipica specie-specifica dei ceppi coltivati, conservata e controllata secondo una banca dati protetta dall’UNESCO.
Il titolo dell’ intervento della dott.ssa Di Lupo al Convegno del 5 Marzo a Modena sarà: La Micoterapia, come terapia di collegamento PNEI, nella cura e nel sostegno del paziente oncologico in trattamento integrato.
Monica Di Lupo, Medico chirurgo, specialista in Medicina dello sport, Ecografia muscolo-scheletrica e traumatologica, esperta in micologia farmaceutica e Micoterapia, Omeopatia e Omotossicologia, Medicina Funzionale e Integrata, Oncologia Integrata.