Attualmente solo il 10% delle specie di funghi è conosciuto e studiato e dagli anni ’60 sono stati brevettati alcuni farmaci con diverse indicazioni come: Befungin (Russia), Lentinan, Frazione D da Maitake, Schizophyllan, PSP e PSK (Giappone), nonché tiamulin, valnemulin e retapamulin (di origine semi-sintetica).
Anche nel settore degli integratori alimentari è importante assicurare elevati standard di qualità del materiale fungino impiegato, per garantire la qualità tuttavia è indispensabile effettuare non solo rigorose analisi residuali, ma anche analisi qualitative volte a titolare gli estratti in oggetto. A questo proposito infatti, i funghi rappresentano un’importante risorsa di principi attivi (che devono essere ben titolati e opportunamente esplicitati in etichetta come garanzia di qualità), caratterizzati principalmente da β-glucani e α-glucani, ma non solo, anche proteoglucani, triterpeni e polifenoli.
Infatti, nel mercato degli integratori alimentari si trovano le più disparate e insensate titolazioni come cordicepina e lentinano (rispettivamente principi attivi del Cordyceps sinensis e del Lentinus edodes), che purtroppo non sono biodisponibili per OS.
Va considerato inoltre che in alcuni casi, i veri composti attivi sono proteoglucani come il PSK del Corilolus versicolor (syn. Trametes versicolor) oppure terpenoidi come le erinacine e gli hericenoni dell’Hericium erinaceus, che però spesso non sono titolati.
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