Questo è il titolo dell’intervento del Prof. Lissoni al Convegno di Oncologia Integrata (ore 15.40), che si terrà a Modena il 5 Marzo 2017.
Il Prof., spiega in un suo articolo che l’Oncologia accademico-convenzionale ha identificato nella chemioterapia le colonne d’Ercole invalicabili nella cura dei tumori, come se al di là di esse non esistesse che il nulla, con le rare eccezioni della ormono-terapia per il carcinoma prostatico, il carcinoma mammario ed i tumori endocrini e della immunoterapia con citochine per il carcinoma renale e il melanoma.
Oggi, afferma il prof. Lissoni, esistono così due Oncologie, quella antica, fondata sullo studio delle sole caratteristiche del tumore (istologia, analisi genetica) e quella nuova o antropo-centrica, vale a dire fondata sulla comprensione della biologia immunobioendocrina del paziente, ricercando in essa le cause della diminuita resistenza naturale contro le neoplasie
Paolo Lissoni, che fa parte di questa seconda, si rifà alla teoria di Cartesio che a metà del ‘600 teorizzava il ruolo della ghiandola pineale (alla base del cranio) come collegamento tra il corpo e l’anima e agli antichi pensieri filosofici, secondo cui la malattia era il distacco dall’universale. La separazione del singolo organismo vivente dall’armonia con le Leggi universali rappresenta la matrice di ogni patologia umana.
Secondo Lissoni non basta curare solo la parte fisica del tumore, ma bisogna occuparsi anche della psiche del paziente, perché la cura della malattia non è semplicemente organica, ma deriva anche da un malessere esistenziale
All’ipotesi filosofica, aggiunge poi quella scientifica: la ghiandola produce quattro ormoni (fra cui la melatonina), in alcuni casi utili come antitumorali. I quattro ormoni vengono prodotti nelle quattro diverse fasi della giornata, seguendo il ritmo del sole.
E’ stato dimostrato che la progressione neoplastica si associa ad una concomitante progressiva riduzione della funzionalità endocrina pinealica, la quale rappresenterebbe pertanto il principale difetto endocrino caratterizzante la malattia tumorale.
La terapia anti-tumorale con soli ormoni prodotti dalla ghiandola pineale è già di per sé in grado di indurre un controllo di malattia in un discreto numero di pazienti oncologici metastatici, giudicati non più suscettibili di cure antitumorali dall’Oncologia convenzionale, confermando pertanto che le nuove conoscenze sulla fisiopatologia immunoneuroendocrinoiogica dei tumori non costituiscono più semplicemente la base per l’elaborazione di nuove teorie sulla pato-genesi neoplastica, bensì vengono ormai a porre le fondamenta per la generazione di una nuova modalità strategica terapeutica delle neoplasie umane, tale da fornire una proposta terapeutica anche a pazienti ritenuti non più curabili dalla vecchia Oncologia tumoro-centrica, fondata cioè sulle sole conoscenze della biologia maligna e non di quella dello stato di salute.
Risultati ancora maggiori in termini terapeutici, continua il prof. Lissoni, possono venire raggiunti associando la Melatonina e gli altri indoli pinealici ad ulteriori strategie biologiche, quali l’impiego di retinoidi e di somatostatina come suggerito dalla modalità terapeutica proposta dal Prof. Di Bella, oppure la somministrazione di citochine anti-tumorali quali la IL-2 e la IL-12 quale neuroimmunoterapia delle neoplasie umane, o infine fitoterapie quali quella con Aloe nell’ambito di strategie fitoimmunostimolanti.
Associazione della Melatonina e degli altri indoli pineali ci può venire proposta anche nei confronti della stessa chemioterapia, al fine di aumentarne l’efficacia, in particolare in termini di sopravvivenza globale, e ridurne la tossicità, in particolare la piastrinopenia, la neurotossicità, la cardiotossicità e l’astenia da trattamenti chemioterapici convenzionali .
Sono giunti pertanto i tempi in cui deve avere fine l’assurda ed artificiosa separazione fra terapie convenzionali e complementari dei tumori umani, cui deve sostituirsi il più scientificamente adeguato concetto di modulazione biologica dei trattamenti oncologici chemioterapici. Infatti, le conoscenze attuali hanno raggiunto ormai livelli tali da dover considerare non più etico un trattamento solo chemioterapico, privato di una qualsiasi modulazione biologica.
Prof. Paolo Lissoni (medico e teologo)