Numerosi studi italiani ed internazionali riportano che un malato di tumore su tre ricorre alle medicine complementari (MC). Le motivazioni sono diverse: dal trattamento degli effetti collaterali di chemio e radioterapia, al miglioramento della qualità di vita.
L’oncologia integrata associa le terapie naturali alle tradizionali cure anticancro per ridurne gli effetti collaterali, potenziarne l’efficacia e migliorare la qualità della vita dei malati. All’ estero è già una realtà. Facciamo il caso del prestigioso Sloan Kettering Memorial Cancer Center di New York, dove esiste da anni un servizio di medicina integrata, dove oncologi tradizionali e esperti nelle varie medicine complementari lavorano fianco a fianco per curare il malato con tutte le migliori armi a disposizione.
Anche in Toscana sono già nati servizi ospedalieri di oncologia integrata, dove le medicine complementari sono state inserite come prestazioni che vengono passate dal Servizio sanitario nazionale; è stata costruita una rete di circa 100 ambulatori pubblici. Le medicine complementari integrate sono Agopuntura, Fitoterapia, Omeopatia e Medicina manuale .
Nel 2012 la Regione Toscana ha partecipato anche al progetto europeo EPAAC (European Partnership for Action against Cancer), curando una revisione critica della letteratura internazionale sull’uso delle MC in oncologia, nel più complesso obiettivo di individuare e promuovere buone pratiche in ambito oncologico.
All’ anestesia integrata, «Sostituiamo gli oppiacei con agopuntura e omeopatia» spiega il dottor Filippo Bosco, medico anestesista referente per la medicina complementare al centro senologico dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. «La sera prima dell’intervento si fa una seduta di agopuntura e si danno rimedi omeopatici . Prima di entrare in sala operatoria si ripete il trattamento di agopuntura, che alza la soglia del dolore e stimola la produzione di endorfine, analgesici naturali. Poi si tolgono gli aghi che possono intralciare l’operazione e si fa l’anestesia generale inalatoria». I vantaggi? «Senza gli oppiacei, durante l’intervento non si verificano episodi di tachicardia, bradicardia o ipotensione che richiederebbero il ricorso ad altri farmaci» dice il dottor Bosco. «E al risveglio si è subito presenti, senza quei disturbi tipici dell’anestesia tradizionale, come intontimento, nausea, vomito e prurito».
«Oltre a omeopatia, agopuntura e fitoterapia utilizziamo anche i funghi medicinali» aggiunge il dottor Bosco. «E riusciamo a rendere più sopportabili, se non ad azzerare, i disturbi dovuti alla malattia o alle terapie. Non solo: con la micoterapia è possibile addirittura ridurre il rischio di metastasi e di ricadute».
«Il protocollo di cure va adattato al singolo paziente, -afferma la dottoressa Di Fazio, che applica il metodo dell’oncologo di fama internazionale Philippe Lagarde- , che prevede anche una chemioterapia soft» . «I farmaci vengono dati negli orari in cui sono più attivi e meno tossici e nell’arco di quattro-cinque giorni. Il tutto viene integrato da vitamine al 100% naturali, sali minerali e antiossidanti di altissima qualità. Il mix viene somministrato per via endovenosa, in modo che entri nelle cellule e venga assorbito al meglio». Lo scopo è potenziare l’azione della chemioterapia e ridurne la tossicità. Una volta a casa si continua la cura con gli integratori per via orale. Il risultato? «I nostri pazienti non perdono i capelli, gli altri effetti collaterali si riducono del 70 per cento e le terapie sono tollerate bene. Infine, prescriviamo diete personalizzate che tengono sotto controllo la malattia, evitando il rischio di ricadute» conclude l’oncologa.